razze, etnie, popolazioni

Ci sono le  razze canine, perché non si parla tanto di razze umane? Probabimente non solo perché il termine “razza” è stato usato a sproposito, ma perché, al contrario dei “pedigree” che caratterizzano la razza canina “pura” – gli umani sono quasi tutti “bastardi”, cioé hanno una alta tendenza a mescolare le carte. Il Brasile insegna, così come l’Italia dal periodo  preromano a dopo le invasioni barbariche (vedi post precedente). Altro motivo è la difficoltà di distinguere chiaramente diverse razze umane, anche se tratti somatici e abitudini dovrebbero aiutare a caratterizzare almeno un’etnia o una popolazione (vedi i problemi di classificazione degli umani in wiki).  Facciamo un esempio di cui si è tanto parlato e scritto recentemente:

“Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Molti puzzano perché tengono lo stesso vestito per settimane. Si costruiscono baracche nelle periferie. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Parlano lingue incomprensibili, forse antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina; spesso davanti alle chiese donne e uomini anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano sia perché poco attraenti e selvatici sia perché è voce diffusa di stupri consumati quando le donne tornano dal lavoro. I governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o attività criminali.”

Questa definizione caratterizzava la “razza” o “etnia” italiana nel resoconto  dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli italiani: razza o etnia? Quanti si riconoscono in questa caratterizzazione? Quanti hanno la “pelle scura”? E’ davvero tipica degli italiani (“italians”)? E’ sufficiente a caratterizzare una razza? Facendo l’analisi del DNA si riesce a ritrovare dati sufficienti a distinguere  gli italiani dalle altre razze o almeno dai primati?

La paleoantropologia tende a parlare dell‘ipotesi di una origine unica della razza umana (Est Africa). La ricerca genetica vede  tra gli umani variazioni molto più limitate che tra altri gruppi animali (e la variazione è spesso intra-gruppo; molto forti le differenziazioni tra i gruppi africani). Il solo tentativo di studiare il DNA di una etnia è stato fatto per gli islandesi. Ovviamente la ricerca ha sollevato molte questioni etiche, ma nessuno ha parlato di razza islandese, bensì di “popolazione”. Ed è questa la tendenza degli antropologi, anche se resta aperto il dibattito se “razza” sia un termine sensato per parlare di diversi gruppi umani. La classificazione razziale per gli umani deriva dal 1400 con l’incontro di navigatori spagnoli e portoghesi con i “neri”. Non esisteva prma, nemmeno nel periodo dell’Impero romano, che – saggiamente – preferiva classificazioni più specifiche di etnie e popolazioni (i nubiani, i cartaginesi, ecc.).

US: quando ti fanno la social security o permesso di lavoro devi dichiarare se sei “bianco”, “latino”, “nero”, “asiatico” e forse, ma non mi ricordo “nativo americano”.  A cosa serve non è del tutto chiaro. Di certo non si parla di “razze”; sono caratterizzazioni pragmatiche  e “latino” non vuol dire di origini dei paesi latini, ma di origini sudamericane. Non c’è spazio per indios, a meno che si mettano tra i “native americans” – probabilmente in modo erroneo perché “Native American” vuol dire nativo delle terre degli Stati Uniti di America e non delle Americhe. I statunitensi sono tra i pochi a non avere un termine per “statunitense”; hanno solo “US citizen”: civis romanus sum.

italia multietnica

Voglio scrivere alcune banalità grossolane e approssimate così ovvie che mi vergogno un po’. Ma si perde sempre più spesso  il significato delle parole a causa dei varii  Humpty Dumpty che vogliono usare le parole a modo loro (vedi: citazione da Alice nel Paese delle Meraviglie). Occorre invece avere una gran cura delle parole e dei loro significati condivisi. La televisione amplifica alcune deformazioni grottesche dei significati, ma questo può accadere per una cinquantina di milioni di persone; le parole esprimono concetti che sono comuni non solo a una specifica lingua e nazione, ma sono un tesoro comune dell’umanità, alla cui definizione concorrono gli esperti (in questo caso gli antropologi).
Cosa è un gruppo etnico? Un gruppo etnico è un insieme di individui caratterizzati da un ramo genealogico comune, un’origine comune,  tratti somatici grossomodo analoghi legati all’adattamento al territorio, ed infine – spesso – cultura, lingua e religione comune.  Molti antropologi criticano le  costruzioni “fantasiose” di etnicità presunte, e lo stesso concetto di “etnia” è davvero vago.  Ma credo si possa dire senza ombra di dubbio che  l’Italia è un paese multietnico, da sempre. Ecco un promemoria:

Una delle più antiche etnie della penisola italica è quella dei Liguri, di cui si ha traccia da circa 25.000 anni fa. L’etnia ligure è divisa in varie tribù come Ambroni, Apuani, Tigulli, Genuati, Sabazi, Ingauni e tante altre. I Greci chiamavano i liguri “Tyrrenoi”, cioé “pirati”, e questo tratto culturale gossomodo li caratterizza ancora. Due altre etnie -i Celti nel V-IV secolo a. C. e i Romani nel III-II secolo a.C. –  costrinsero i Liguri ad abbandonare la Pianura Padana e parte dela attuale Toscana per arroccarsi attorno tra appennini e il mare ora detto ancora “ligure”.  Il  carattere un po’ incarognito dei Liguri fece  fallire un’alleanza con i Galli Boi che avrebbe permesso di resistere meglio all’espansione romana. Si allearono in seguito   con Annibale e Asdrubale, ma andò  male, come è notorio. Per questo la capitale d’Italia è Roma, e non Genova.

I bellicosi Galli Boi ebbero contrasti con un’altra potente etnia abitante la penisola: gli Etruschi. La litigiosità degli attuali discendenti degli etruschi – noti come “maledetti toscani” da una dicitura del Lombardo Montanelli –  potrebbe anche essere una deriva di matrimoni tra etnie così litigiose. Degli Etruschi si è detto tutto e il contrario di tutto: che vengono da antichi popoli un tempo abitanti la Sardegna e spostatisi in seguito a fenomeni naturali, ecc. ecc. Di certo sono una etnia così caratterizzata da dare origine a capacità intellettuali tali da tentare di sottomettere tutti, almeno attraverso l’imposizione linguistica (Dante Alighieri)

I Romani peraltro non possono nemmeno chiamare un’etnia essendo di per sè un popolo multi-etnico: non solo per il ratto delle Sabine (qualcuno potrebbe sostenere che Romani e Sabini sono popolazioni diverse della stessa  etnia), ma per la presenza e diffusione di varie etnie nella Roma antica. Un solo esempio: la componente siriana è sempre stata forte a Roma come dimostra ad esempio il fatto che Settimio Severo avesse come moglie la siriana Giulia Domma e che  il siriano Eliogabalo potè salire al trono (per l’editto di Caracalla che dava cittadinanza romana anche ai “provinciali”). Ovviamente molti siriani si inserirono nelle leve del potere, dando un contributo levantino alla già consolidata astuzia romana, che perdura ai giorni nostri, con tutte le sottospecie etniche caratteristiche degli intrecci del passato.

Anche i famosi Celti da cui pensano o almeno immaginano di discendere i varii signori Bossi della Val Brembana sono per certi aspetti un gruppo  multi-etnico, o forse è meglio dire che con il nome di “Celti” si usa spesso indicare etnie diverse: ci si riferisce di fatto ai discendenti dei Galli (che Celti lo erano davvero) ma anche di Germani, Normanni e Galizi, che Celti non erano. Ora è ovvio che, date le invasioni barbariche, nella val Padana e valli affini gli abitanti derivano non certo da una unica né preponderante etnia celta, ma una mistura di etnie (senza dimenticare i Romani e i Liguri).

E ho parlato solo di alcuni pezzettini di questa disgraziata penisola, che è stata esposta a ogni tipo di invasione e immigrazione da terra e da mare. L’Italia è multietnica da sempre. Basta guardare le diversità degli italiani:
– il colore della pelle dal bianco “slavato” al rosso “abbronzato” naturale;
– la struttura corporea dal basso tondetto al lungo allampanato;
– il colore dei capelli dal nero corvino al biondo paglia;
– lingue: basti pensare alle diversità di  genovesenapoletanosicilianowalser, e così via.
– culture: che caratterizzano fortemente le diversità regionali e gli strati sociali.

Parte di questa diversità somatica apparente dovuta al  consolidato “melting pot”  delle varie etnie delle genti italiche è ben rappresentata dal nostri  parlamentari, vero specchio di un’Italia etnicamente composita. Non oso raffigurarli  qui (sarebbe troppo facile), ma sia l’arte che i siti interent di “facce italiane”  aiutano a dare un’idea:

ermellino montefeltro bruna bionda ecc. ecc.

Cosa rende italiano un italiano? Sei cose direi:

(1) la cittadinanza legale, che funziona ancora, ma non caratterizza un’etnia.
(2) la lingua italiana, parlata sempre peggio da quasi tutti. Ma neanch’essa basta a costituire un’etnia: vi sono italiani neri e gialli il cui italiano è molto migliore di italiani bianchicci o rossastri.
(3) una minima conoscenza della storia della Nazione, ma questo escluderebbe milioni di persone; dovremmo sostituire alla conoscenza della storia  la condivisione di sterotipi che oggi guidano l’Italia e che derivano dalla televisione. Molti italiani non si riconoscono in questi stereotipi (escluderemmo ad es. quelli che non amano il calcio, anche sicuramente sono  meno di quelli che non conoscono la storia). Il punto (3) è quindi provvisoriamente sospeso.
(4) L’appartenenza all’Europa, che è stata realizzata con grane fatica, ma di cui tutti vanno fieri.
(5) L’appartenenza al bacino del mediterraneo che rende l’Italia la più africana e araba delle nazioni Europee.
(6) Un sentire comune?  Il  Presidente della Repubblica cerca disperatamente di costruire questo sentire, proprio perché un sentire comune manca specialmente dove manca un’etnia comune.

La multietnicità dll’Italia è un dato di fatto. Siamo sempre stati, siamo attualmente, e sicuramente saremo ancora di più in futuro una nazione multietnica. Il resto sono chiacchere.