da 500 a 5000 euro per chi scrive (male) sui blog

Il ddl sulla diffamazione a mezzo stampa (qui il pdf) modifica gli articoli del codice penale su ingiuria (art.594) e diffamazione semplice (art. 595).
Per l’ ingiuria, la multa – che era di un massimo di 516 euro (per me già tanti) arriva fino a 1500 euro (pare che in una prima versione si arrivasse a 5.000 mila euro). In generale una multa per  diffamazione a mezzo di stampa può arrivare a 30.000 euro. Per la  diffamazione semplice (offesa all’altrui reputazione)  la multa – che prima era di un massimo di 1.000 euro circa – va sui 2500 euro. Se l’offesa è recata col mezzo della stampa o magari in un blog, la  multa – che era non inferiore a 516 euro – arriva invece a 5.000 euro (ma si arriva appunto a 30.000 euro).

Quindi chi scrive in un blog non dica mai niente di nessuno, in particolare di persone suscettibili. Un avvocato non rifiuta mai di intestare una causa di diffamazione.
Però il ddl non è ancora legge. Se diventa legge, si prega di scrivere solo discorsi generici.

Wikipedia è, come al solito, preoccupata:

Scienza e Diritto

Prima si discuteva del rapporto tra scienza e fede. Ora c’è un problema più urgente: il rapporto tra scienza e diritto. La condanna in primo grado di scienziati colpevoli di “aver fornito informazioni imprecise e incomplete” a proposito della situazione delle scosse di terremoto  a L’Aquila crea sconcerto. Quando mai la scienza ha potuto dare informazioni “precise e complete” quando il regno della scienza empirica è la probabilità? La probabilità è la scienza dell’impreciso e dell’incompleto. E puoi sbagliare facilmente, specie di fronte a un fenomeno complesso. Il problema è  l’uso delle parole di una commissione scientifica per fini politici. Si può dire che la commissione si sia prestata scientemente a una imposizione politica di uno che si intendeva meno di loro di sismi? Qui la distinzione da fare è tra(1)  le parole dette in una riunione come analisi scientifiche di una probabilità e (2) il loro uso nel contesto di un annuncio televisivo per “rassicurare” gli animi perché “la scienza” dice che non c’è da preoccuparsi.

Segnalo 4 idee:

1. Reazioni degli  scienziati americani e europei, che  giudicano assurda e impensabile una  sentenza di questo genere:

caccia alle streghe;  verdetto incredibile (NYT); come con Galileo (Guardian); un precedente pericoloso (Le Monde); stupida e controproducente (Brisbane/Australia)un terribile precedente (Scientific American); problema di comunicazione non di scienza (CBS); medieval criminal law (China Daily); palesemente sbagliato (Spiegel On line); …

2. Un commento abbastanza chiaro in un blog di divulgazione scientifica, che accenna al legame tra responsabilità e cause (non si può essere responsabili legalmente senza avere un ruolo causale in un fatto; ma in questo caso quale è il ruolo causale?)

Errori sul terremoto dell’Aquila – e le cause?

3. La ovvia conseguenza: le dimissioni degli scienziati dagli organi dello stato in un articolo intelligente da La Stampa – che vede negli scienziati i “vasi di coccio” in mezzo ai politici che li usano a loro piacimento:

Si dimette la commissione Grandi Rischi

4. ma è ancora più rischioso legalmente annunciare un pericolo che non c’è!

L’art. 658 del Codice penale recita “Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’autorita’, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, e’ punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da euro 10 a euro 516.” Ne sa qualcosa l’ex ministro della Protezione Civile, Giuseppe Zamberletti, che, nel lontano 1985, sulla base delle dichiarazioni dell’Istituto Nazionale di Geofisica che prevedeva una «scossa pericolosa, ordino’ lo stato d’allerta per dieci Comuni della Garfagnana (Toscana): scuole chiuse per due giorni, case vecchie o in cattivo stato evacuate. Centomila persone abbandonarono le proprie abitazioni, ma il terremoto non arrivo’ e l’ex ministro Zamberletti fini’ sotto inchiesta per procurato allarme. Ieri, il Tribunale dell’Aquila ha condannato, per omicidio colposo, gli scienziati della Commissione Grandi Rischi per aver sottovalutato il pericolo e fornito informazioni “imprecise e incomplete” sul sisma che colpi’ il capoluogo abruzzese il 6 aprile del 2009 e provoco’ 309 morti. Per capire meglio si dovra’ aspettare il dispositivo delle sentenza, nel frattempo qualche considerazione va fatta. Se manca l’allarme si viene processati, se si procura l’allarme si viene processati. Che dire? Che le previsioni di qualunque tipo, anche quelle meteo, sono tali, cioe’ ipotesi e non hanno valore scientifico. Lo scienziato si trova, dunque, tra l’incudine e il martello. Difficile posizione. Vogliamo ricordare che negli ultimi 44 anni i terremoti sono costati 162 miliardi, oltre alle vite umane, al dolore e alla disperazione dei sopravvissuti. Servono 40 miliardi per mettere in sicurezza l’Italia, ad iniziare dalla Calabria che ha la piu’ alta probabilita’ di evento sismico. Un buon investimento che dovrebbe sostituire i soldi previsti per l’inutile Ponte di Messina

vedi (con i commenti) all’indirizzo: http://www.aduc.it/comunicato/sentenza+terremoto+dell+aquila+procurato+mancato_20795.php

NB – interessante, come spesso, il dibattito su Aljazeera (gli italiani hanno un inglese un po’ italianizzato, ma forse per noi più facile da capire)

24 ore

     Il Ministro Profumo propone di passare da 18 a 24 ore di insegnamento a scuola (il bastone)

dando in   cambio 15 giorni di ferie in più (carota).

[immagine a lato dalla manifestazione di studenti a Torino il 10/10] [La Stampa]

 

 

 

A prima vista nulla da eccepire. Ma una professoressa reagisce e leggere il suo post e i commenti è istruttivo: http://nonvolevofarelaprof.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/10/12/lettera-molto-seria-di-una-insegnante-al-ministro-profumo/

R1assumendo:
1. 24 ore OK le fanno in Germania i docenti di scuola per 3000 euro
2. 24 ore OK; ma si conta il fatto che i docenti lavorano circa 40 ore la settimana contando il lavoro a casa?
3. 24 ore va bene, ma non ci sono spazi a scuola per lavorare (il più del lavoro il docente lo fa a casa-vedi sopra)
4. 24 ore vuol dire sottrarre il lavoro a casa (vedi sopra)
5. 24 ore OK, ma con quali classi? Sovraffollate? Si insegnerà meno e peggio.
6. 24 ore OK, ma questo comporta diminuire i docenti. E il progetto di immetterne nuovi?

Risposta: OK alle 24 ore, ma:

– parte di queste siano devolute alla preparazione e correzione dei compiti in appositi spazi nella scuola (!)
– si diminuiscano le classi numerose recentemente accorpate dalla Gelmini (!)
– si eviti di parlare di “bastone e carota”, termini usuali nel periodo fascista e segno di ignoranza del lavoro dei docenti (!)
– ci si adegui agli standard europei in tutto, non solo negli aspetti superficiali (24 ore di cosa? dove? quando? per quanto?)