Voglio scrivere alcune banalità grossolane e approssimate così ovvie che mi vergogno un po’. Ma si perde sempre più spesso il significato delle parole a causa dei varii Humpty Dumpty che vogliono usare le parole a modo loro (vedi: citazione da Alice nel Paese delle Meraviglie). Occorre invece avere una gran cura delle parole e dei loro significati condivisi. La televisione amplifica alcune deformazioni grottesche dei significati, ma questo può accadere per una cinquantina di milioni di persone; le parole esprimono concetti che sono comuni non solo a una specifica lingua e nazione, ma sono un tesoro comune dell’umanità, alla cui definizione concorrono gli esperti (in questo caso gli antropologi).
Cosa è un gruppo etnico? Un gruppo etnico è un insieme di individui caratterizzati da un ramo genealogico comune, un’origine comune, tratti somatici grossomodo analoghi legati all’adattamento al territorio, ed infine – spesso – cultura, lingua e religione comune. Molti antropologi criticano le costruzioni “fantasiose” di etnicità presunte, e lo stesso concetto di “etnia” è davvero vago. Ma credo si possa dire senza ombra di dubbio che l’Italia è un paese multietnico, da sempre. Ecco un promemoria:
Una delle più antiche etnie della penisola italica è quella dei Liguri, di cui si ha traccia da circa 25.000 anni fa. L’etnia ligure è divisa in varie tribù come Ambroni, Apuani, Tigulli, Genuati, Sabazi, Ingauni e tante altre. I Greci chiamavano i liguri “Tyrrenoi”, cioé “pirati”, e questo tratto culturale gossomodo li caratterizza ancora. Due altre etnie -i Celti nel V-IV secolo a. C. e i Romani nel III-II secolo a.C. – costrinsero i Liguri ad abbandonare la Pianura Padana e parte dela attuale Toscana per arroccarsi attorno tra appennini e il mare ora detto ancora “ligure”. Il carattere un po’ incarognito dei Liguri fece fallire un’alleanza con i Galli Boi che avrebbe permesso di resistere meglio all’espansione romana. Si allearono in seguito con Annibale e Asdrubale, ma andò male, come è notorio. Per questo la capitale d’Italia è Roma, e non Genova.
I bellicosi Galli Boi ebbero contrasti con un’altra potente etnia abitante la penisola: gli Etruschi. La litigiosità degli attuali discendenti degli etruschi – noti come “maledetti toscani” da una dicitura del Lombardo Montanelli – potrebbe anche essere una deriva di matrimoni tra etnie così litigiose. Degli Etruschi si è detto tutto e il contrario di tutto: che vengono da antichi popoli un tempo abitanti la Sardegna e spostatisi in seguito a fenomeni naturali, ecc. ecc. Di certo sono una etnia così caratterizzata da dare origine a capacità intellettuali tali da tentare di sottomettere tutti, almeno attraverso l’imposizione linguistica (Dante Alighieri)
I Romani peraltro non possono nemmeno chiamare un’etnia essendo di per sè un popolo multi-etnico: non solo per il ratto delle Sabine (qualcuno potrebbe sostenere che Romani e Sabini sono popolazioni diverse della stessa etnia), ma per la presenza e diffusione di varie etnie nella Roma antica. Un solo esempio: la componente siriana è sempre stata forte a Roma come dimostra ad esempio il fatto che Settimio Severo avesse come moglie la siriana Giulia Domma e che il siriano Eliogabalo potè salire al trono (per l’editto di Caracalla che dava cittadinanza romana anche ai “provinciali”). Ovviamente molti siriani si inserirono nelle leve del potere, dando un contributo levantino alla già consolidata astuzia romana, che perdura ai giorni nostri, con tutte le sottospecie etniche caratteristiche degli intrecci del passato.
Anche i famosi Celti da cui pensano o almeno immaginano di discendere i varii signori Bossi della Val Brembana sono per certi aspetti un gruppo multi-etnico, o forse è meglio dire che con il nome di “Celti” si usa spesso indicare etnie diverse: ci si riferisce di fatto ai discendenti dei Galli (che Celti lo erano davvero) ma anche di Germani, Normanni e Galizi, che Celti non erano. Ora è ovvio che, date le invasioni barbariche, nella val Padana e valli affini gli abitanti derivano non certo da una unica né preponderante etnia celta, ma una mistura di etnie (senza dimenticare i Romani e i Liguri).
E ho parlato solo di alcuni pezzettini di questa disgraziata penisola, che è stata esposta a ogni tipo di invasione e immigrazione da terra e da mare. L’Italia è multietnica da sempre. Basta guardare le diversità degli italiani:
– il colore della pelle dal bianco “slavato” al rosso “abbronzato” naturale;
– la struttura corporea dal basso tondetto al lungo allampanato;
– il colore dei capelli dal nero corvino al biondo paglia;
– lingue: basti pensare alle diversità di genovese, napoletano, siciliano, walser, e così via.
– culture: che caratterizzano fortemente le diversità regionali e gli strati sociali.
Parte di questa diversità somatica apparente dovuta al consolidato “melting pot” delle varie etnie delle genti italiche è ben rappresentata dal nostri parlamentari, vero specchio di un’Italia etnicamente composita. Non oso raffigurarli qui (sarebbe troppo facile), ma sia l’arte che i siti interent di “facce italiane” aiutano a dare un’idea:
ecc. ecc.
Cosa rende italiano un italiano? Sei cose direi:
(1) la cittadinanza legale, che funziona ancora, ma non caratterizza un’etnia.
(2) la lingua italiana, parlata sempre peggio da quasi tutti. Ma neanch’essa basta a costituire un’etnia: vi sono italiani neri e gialli il cui italiano è molto migliore di italiani bianchicci o rossastri.
(3) una minima conoscenza della storia della Nazione, ma questo escluderebbe milioni di persone; dovremmo sostituire alla conoscenza della storia la condivisione di sterotipi che oggi guidano l’Italia e che derivano dalla televisione. Molti italiani non si riconoscono in questi stereotipi (escluderemmo ad es. quelli che non amano il calcio, anche sicuramente sono meno di quelli che non conoscono la storia). Il punto (3) è quindi provvisoriamente sospeso.
(4) L’appartenenza all’Europa, che è stata realizzata con grane fatica, ma di cui tutti vanno fieri.
(5) L’appartenenza al bacino del mediterraneo che rende l’Italia la più africana e araba delle nazioni Europee.
(6) Un sentire comune? Il Presidente della Repubblica cerca disperatamente di costruire questo sentire, proprio perché un sentire comune manca specialmente dove manca un’etnia comune.
La multietnicità dll’Italia è un dato di fatto. Siamo sempre stati, siamo attualmente, e sicuramente saremo ancora di più in futuro una nazione multietnica. Il resto sono chiacchere.